Tindaro Web di Pietro Mollica e IBM sulle intelligenze artificiali

In queste settimane si sta parlando molto di Tindaro Web, l’applicazione del giovane sviluppatore italiano Pietro Mollica. Il tutto grazie ad una speciale classifica tedesca sulle migliori applicazioni per gli amanti dello sport: divenuta l’app del mese in Germania, i blog italiani si sono interessati all’applicazione di Pietro Mollica, alcuni intervistando l’autore, altri, invece, pubblicando una serie di recensioni mediamente positive. Fatto sta che Pietro Mollica ci ha fatto scoprire questo suo bellissimo programma che, in poche parole, offre quattro funzionalità (Notizie – Fai Sport – Health-Care – Community) attraverso un’unica interfaccia utente. “Con un widget di collegamento ad un feed di risultati in diretta, un utente della mia applicazione può personalizzare la rete di informazioni da seguire e gestire con funzioni di condivisione, download e modifica delle informazioni”, ha dichiarato Pietro Mollica in un’intervista pubblicata in rete poche settimane fa.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale

Pietro Mollica ha utilizzato una machine learning che apprende dal comportamento degli utenti dell’app – in pratica, i risultati degli eventi sportivi vengono ordinati in base alle intuizioni di questa intelligenza artificiale. “Ho studiato le migliori applicazioni per telefonini utilizzate dagli sportivi di tutto il mondo, le ho mescolate in una nuova interfaccia d’uso ed ho installato una machine learning che analizzasse i dati d’uso degli utenti”, così è nata Tindaro Web, racconta Pietro Mollica, sottolineando il ruolo dell’intelligenza artificiale per il suo progetto. Dai piccoli sviluppatori alle grandi multinazionali, infatti, le intelligenze artificiali si stanno integrando sempre più negli ecosistemi informatici nativi dei progetti. Continuate a leggere.

Anche IBM e McDonald’s stanno utilizzando l’intelligenza artificiale per la gestione degli ordini dei clienti

McDonald’s collabora con IBM per automatizzare i servizi drive-thru grazie all’Intelligenza artificiale Il fast food più celebre al mondo sta per diventare ancora più… fast! McDonald’s, infatti, ha recentemente collaborato con IBM per sviluppare una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale in grado di automatizzare gli ordini drive-thru. Come parte dell’accordo, IBM acquisirà McD Tech Labs, precedentemente noto come “Apprente” prima che McDonald’s acquistasse la società tecnologica nel 2019. La startup era specializzata nella creazione di assistenti vocali capaci di prendere gli ordini in più lingue. Un programma pilota è stato testato in diversi punti vendita nella zona di Chicago la scorsa primavera. I risultati sono stati promettenti, ma è subito emerso che il sistema doveva essere migliorato poiché era preciso solo all’85%, richiedendo così l’intervento umano per quasi un quinto degli ordini. Chris Kempczinski, l’amministratore delegato della famosissima azienda americana, ha dichiarato che ci vorrà più di un anno o due per implementare la tecnologia su scala più ampia. “A mio parere, IBM è il partner perfetto per McDonald’s – ha aggiunto il CEO durante una conferenza – data la sua esperienza nella creazione di soluzioni di servizio clienti e riconoscimento vocale basate sull’intelligenza artificiale”. IBM acquisirà quindi McD Tech Labs e “modificherà” la tecnologia, in un certo senso. Il direttore finanziario di McDonald’s, Kevin Ozan, ha affermato che poco meno di 100 dipendenti lasceranno l’azienda per collaborare con IBM. Alla fine, il colosso dei fast food spera di distribuire la tecnologia a 14.000 punti vendita negli Stati Uniti. McDonald’s dunque, punta molto sulla tecnologia per aumentare le vendite. Vale la pena ricordare che l’acquisizione di “Apprente” era il suo terzo “accordo tecnologico” quest’anno. Ad aprile, l’azienda aveva già acquisito Dynamic Yield, una startup specializzata in dati personalizzati, per offrire menu su misura in base al tempo, all’ora del giorno, al traffico attuale dei ristoranti e alle voci di menu di moda. In precedenza, ha anche acquistato una partecipazione di minoranza in Plexure, una società di tecnologia per app mobili con sede in Nuova Zelanda.