Acqua minerale naturale vs acqua potabile filtrata

Origini differenti

Le acque minerali e le acque filtrate seppure sicuramente migliori dal punto di vista qualitativo rispetto alla semplice acqua potabile erogata dal rubinetto di casa proveniente dagli acquedotti statali, regionali, provinciali, sono nettamente differenti una dall’altra: per origine, per le caratteristiche, per sicurezza e controllo.

L’acqua minerale naturale seppure ha origine territoriale diversa, proviene sempre da fonti sotterranee e quindi da sorgenti incontaminate e pure dal punto di vista microbiologico. La loro composizione e le loro caratteristiche sono diverse: variano a seconda della durata della permanenza dell’acqua nella falda, dalle rocce presenti, dagli eventuali gas. Le acque minerali naturali devono essere riconosciute dal Ministero della Salute. Questo ente, se l’acqua è pura, imbottigliata alla sorgente, con caratteristiche costanti, proveniente da falde sotterranee e se non viene in alcun modo trattata, procede con l’analisi del profilo fisico, di quello chimico, geologico, microbiologico e la classifica come Acqua Minerale Naturale. Approvata dal Ministero questa acqua può essere poi commercializzata.

Come viene modificata l’acqua filtrata

L’acqua filtrata non è estratta invece dal territorio, ma si tratta di acqua trattata mediante l’uso di apparecchiature apposite o di caraffe filtranti con sistemi diversi, come l’osmosi inversa, o con filtri al carbone attivo o a struttura composita. Questi sono utilizzati per trattare sostanzialmente l’acqua erogata dal rubinetto, quella distribuita dall’acquedotto della città e destinata alle persone. In commercio sono disponibili diversi apparecchi per filtrare l’acqua, si va da quelli domestici, alle caraffe filtranti, a quelle più professionali installate nei servizi pubblici, come bar e ristoranti, a quelle dei comuni installate nelle cosiddette “case dell’acqua”.

I filtri di questi apparecchi, come anche quelli delle caraffe, possono modificare il colore, la trasparenza e la limpidezza, le proprietà chimiche e microbiologiche ed il sapore dell’acqua che esce dal normale rubinetto di casa.

Le analisi ed i controlli delle due acque, pianeti diversi

Le acque minerali naturali vengono sottoposte a controlli quasi quotidiani e devono rispettare parametri rigidissimi. Devono inoltre garantire purezza come all’origine e proprietà chimiche costanti nel tempo.  La norma stabilisce che il tipo di controlli e la frequenza dal punto di vista batteriologico, deve essere effettuata sia alla sorgente, che al momento dell’imbottigliamento da parte dell’Autorità Sanitaria. Questa effettua anche controlli in diverse fasi del percorso fatto dall’acqua, dalla sorgente, al magazzino di distribuzione al punto vendita. L’azienda stessa inoltre si preoccupa di monitorare con analisi continue, da parte del Sistema di Autocontrollo interno, la qualità della propria acqua. Se anche uno solo dei parametri è al di fuori del limite prefissato dalla legge, l’acqua perde il riconoscimento da parte del Ministero e deve essere ritirata dalla vendita. Ad oggi in Italia, l’acqua, è sicuramente uno dei prodotti più tenuti sotto controllo.

Anche l’acqua filtrata, escluso quella delle caraffe utilizzate dai privati ovviamente, viene controllata. L’acqua erogata dagli apparecchi di trattamento che sono installate nei servizi pubblici e nelle case dell’acqua sono sottoposte a prelievi ed analisi da parte dell’Autorità Sanitaria statale, l’ASL, ma la legge non stabilisce la frequenza con la quale devono essere effettuati i controlli, quindi possono anche essere molto distanti uno dall’altro. Il proprietario, a sua totale discrezione, può certamente procedere a controllare l’acqua da lui erogata, ma affidandosi a laboratori esterni da lui pagati o usando degli appositi kit di controllo che vi sono in commercio, che però consentono solamente di determinare certi parametri chimici.

Non si tratta di un’analisi completa quindi. Il proprietario tuttavia, non può non garantire la sicurezza igienica dell’acqua filtrata e rischia altrimenti di incorrere in sanzioni pecuniarie. Egli deve garantire in prima persona la gestione dell’apparecchio, la sua manutenzione secondo le indicazioni che gli vengono fornite dall’azienda produttrice dell’apparecchiatura, per essere certo di fronte alla legge di avere un acqua che soddisfi i requisiti igienici.